Il processo di piegatura delle lamiere è tutt’oggi molto utilizzato e si compone di diverse tecniche e specifici step.
Per anni professionisti del settore hanno dovuto far i conti con innumerevoli difficoltà durante i trattamenti e la lavorazione dei lamierati, mettendo a punto degli accorgimenti che potessero, almeno in parte, ovviare ai suddetti problemi.
Attualmente le richieste sempre più specifiche da parte di committenti e il gran numero di pezzi costituenti i vari lotti amplificano le criticità date dalla stessa costituzione della lamiera. Diventa quindi opportuno fare molta attenzione al fine di ottenere prodotti perfetti sin da subito, evitando spreco di materiale e di tempo.
In primis è la mutevolezza della risposta ai trattamenti che complica il lavoro degli addetti, variabilità data da tecniche di piegatura differenti, tolleranza di tipo dimensionale e difformità di colata, solo per fare qualche esempio.
Chi sa gestire al meglio ogni fase dei processo è colui che ottiene maggiore guadagno, andando al contempo a prevenire eventuali danni estetici (graffi ed ammaccature) ai pezzi lavorati e ai macchinari utilizzati.
La piegatura: definizione
Quando parliamo di tecniche di piegatura consideriamo, in generale, un processo di modellamento plastico, ottenuto attraverso l’impiego di una certa forza che determina la modifica della forma della lamiera in modo definitivo.
Detto anche “formatura”, tale processo prevede quindi l’impiego di un’energia meccanica che viene diretta sul foglio in modo da vincere quello che è il suo limite di elasticità.
Fatto questo, a seconda della tipologia di lamiera, del formato e della destinazione d’uso, vengono impiegati macchinari differenti in base alle esigenze di lavorazione successive.
Piccoli accorgimenti inerenti alla piegatura lamiere
Chiunque voglia evitare episodi di criccatura a carico delle porzioni curve del lamierato è bene che vada a seguire ortogonalmente l’andamento della laminazione durante la piegatura, così come è bene che consideri, in fase di preparazione, il raggio di curvatura, il quale non deve mai superare di più di 8 volte lo spessore del pezzo da trattare.
I meno esperti possono farsi aiutare da specifiche tabelle che incrociano le informazioni riferite a raggi di curvatura con quelle della tipologia di materiale.
Inoltre in casi estremi si abbandona il classico processo a temperatura ambiente optando per uno a caldo, come per lamiere molto spesse o con raggi di curvatura ridotti.
Tecniche di lavorazione specifiche delle lamiere
Da quanto precedentemente scritto si può capire come ogni step riguardante la piegatura sia molto delicato e necessiti di particolare attenzione da parte dei tecnici specializzati. Esistono diversi procedimenti che gli addetti ai lavori possono scegliere per questa tipologia di lavoro, che vanno dalla piegatura libera a quella in stampo, passando ad esempio per il processo di profilatura a rulli.
Nella piegatura libera si posiziona la lamiera su una matrice in modo che un punzone a cuneo possa imprimere la forza necessaria alla deformazione, seguendo l’angolo precedentemente impostato sulla macchina.
Per ciò che riguarda la piegatura in stampo, detta anche a 3 punti, si utilizza una matrice particolare a forma di U o di V, con profondità ed angolo di curvatura regolabili, condizioni che portano ad un’estrema precisione in fase di lavorazione. Necessita di una forza impressa maggiore rispetto alla piegatura libera.
Infine nella profilatura a rulli si ha il passaggio della lamiera su rulli che ne determinano la conformazione e quindi il profilo richiesto in fase di messa a punto.
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