La betomiera insomma non funzionava, oltre al rumore la sua struttura non era idonea a sopportare le sollecitazioni troppo elevate sviluppate dallo sballottamento dei pezzi all’interno del tamburo.
Ma Valter non era tipo da fermarsi di fronte alle prime difficoltà, e iniziò a elaborare un progetto dal quale costruì il primo prototipo.
Quel Buratto era diverso dall’attuale, ma già efficace per soddisfare il lavoro richiesto, poiché riusciva a sopperire ai limiti della betomiera.
Valter Gaspari iniziò così a pulire e vendere il materiale che lui stesso tagliava.
Rese felici molti clienti, perché sapeva quello che faceva e sapeva come farlo al meglio.
Non ci volle molto tempo perché, tramite il passaparola, si diffondesse la notizia che Gaspari puliva in quel modo e con quei risultati i particolari tagliati.
I clienti della zona che si rivolgevano altrove iniziarono a guardare a Gaspari come una nuova realtà, e non cambiarono idea dopo averlo conosciuto.
E siccome questa è una storia fatta di uomini che credono nel loro lavoro e nei valori come l’amicizia e la fiducia, grande merito nella diffusione del Buratto lo ebbe anche un bravissimo agente di pantografi, Giuseppe Landi, che conosceva molto bene Valter. “Insomma Valter” gli disse una mattina con gli occhi guizzanti “io il Buratto te lo vendo a occhi chiusi”.
Non era uomo di false promesse Giuseppe, conosceva i propri mezzi e le esigenze del mercato nel quale operava. E così aprì un mercato collaterale per Valter, un promettente giro di relazioni dalle grandi soddisfazioni. Giuseppe proponeva la macchina da taglio e di corredo il Buratto, il perfetto sistema per la pulizia dei pezzi.
Chiaramente ogni attrezzatura ha bisogno di sviluppo e con il tempo Gabriele, ereditata la passione e imparata l’arte perfezionò il Buratto di Valter, con la stessa cura del dettaglio e la voglia maniacale di cercare sempre la soluzione migliore per i propri clienti.
Pian piano, in un costante confronto padre figlio molto aperto, Valter lasciò le redini dell’azienda in mano a Gabriele, che introdusse nuove tecnologie e le integrò con lavorazioni artigianali: nessuna azienda prima di allora aveva mai coniugato queste due realtà.
Nel 2000 Gabriele e Valter progettarono il banco aspirazione fumi per ossitaglio con evacuatore del materiale e il caricatore per il Buratto M1200.
L’azienda Gaspari srl con una gestione oculata e scrupolosa superò la crisi del 2009 che costrinse alla chiusura molte aziende del settore.
Nel 2010 Valter venne a mancare.
Lasciò dietro di sé un’eredità straordinaria il grande Valter, fatta di volontà, serietà, senso delle regole e una determinazione mai doma.
Oggi la cura Gaspari ha portato al Buratto M1200, una macchina che ha qualcosa di più rispetto a un semplice tamburo rotante per la decalaminatura.
Il Buratto Gaspari è un’unità evoluta e assemblata con passione e professionalità dalla sua famiglia.
Questo Buratto è garantito dalla sua storia.
Ecco perché è unico nel suo genere.
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