Quando si parla di “Piegatura Lamiere” si intende un processo, tra i più diffusi, che consente di deformare letteralmente un materiale, nella fattispecie appunto la lamiera, a proprio piacimento.
Per fare ciò si impiegano strumenti che permettono di realizzare, nella maggior parte dei casi, deformazioni permanenti, creando forme semplici o più complesse a seconda delle necessità.
Tipologie di piegatura lamiere
Accanto ad operazioni come stampaggio, coniatura e imbutitura, la piegatura si pone come una di quelle tecniche impiegate per realizzare svariate tipologie di prodotti.
Tale procedimento può essere eseguito su diversi semilavorati, come ad esempio tubi e barre, ma tra i più utilizzati troviamo senz’altro le lamiere, caratterizzate dall’avere l’estensione di una delle 3 dimensioni (altezza, larghezza e profondità) molto minore rispetto alle altre.
Il processo di piegatura si esegue sovente a freddo, ma può essere svolto anche a caldo nel caso in cui si abbiano raggi di raccordo ridotti o sezioni della lamiera importanti.
Piegatura lamiere: glossario dei termini
Vediamo ora insieme il significato di alcuni termini spesso impiegati quando si parla di piegatura delle lamiere.
– Matrice: è uno dei componenti della pressa piegatrice, si interfaccia con la lamiera e presenta una forma complementare a quella del punzone, attraverso la loro interazione si ottengono le forme desiderate.
– Punzone: anch’esso fa parte della pressa piegatrice e partecipa al processo di piegatura interfacciandosi con lamiera e matrice, in riferimento alla quale possiede una forma complementare. Il “gioco” tra matrice e punzone determina il grado di uniformità della lamiera.
– Ritorno elastico: fenomeno naturale derivante dalla specifica elasticità residua di un determinato materiale trattato. Assieme a “fase elastica” e “fase plastica” fa parte delle tre dinamiche comportamentali del cosiddetto modello elasto-plastico, il quale si basa a sua volta sulla teoria incrementale della plasticità. Si definisce attraverso una formula matematica.
– Limite di snervamento del materiale: valore per il quale la somma delle forze che producono tensione su un determinato materiale, sottoposto a deformazione, giunge al limite. Segna in pratica il limite massimo di carico che un determinato oggetto è in grado di sopportare.
– Velocità di deformazione: è caratteristica dei materiali duttili e viene influenzata dalle peculiarità dello specifico materiale, dalla temperatura e dal grado di applicazione del carico. Più alta sarà la temperatura e più intenso sarà la sollecitazione, maggiore sarà la velocità di deformazione plastica della lamiera.
– Raggio di curvatura: consente di misurare l’effettivo livello di deformazione della lamiera sottoposta a piegatura e, attraverso vari parametri, di definire il punto limite oltre il quale l’oggetto rischierebbe la rottura.
– Controdisco: può essere o non essere impiegato per ciò che riguarda la piegatura di tipologia “Stampo a U”, processo che utilizza una matrice con stampo regolabile sia in profondità che per ciò che concerne l’angolo di curvatura.
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