Lavorazione lamiere: tipologie
Le lavorazioni delle lamiere in acciaio possono essere di diverse tipologie, dal momento che sono legate a diversi processi.
Si inizia dalla programmazione del taglio delle lamiere tramite sistemi CAD/CAM più o meno complessi.
Con un programma di nesting per esempio si possono posizionare i pezzi in modo automatico e ottimale, sia che essi siano già creati, sia che essi vengano dimensionati sulla base di parametri forniti da una libreria predefinita di pezzi.
Lo scopo è quello di ridurre al minimo lo sfrido di materiale: ciò permette da un lato di contenere i tempi di lavorazione, e dall’altro lato di risparmiare sul materiale che viene impiegato.
Tipologie di taglio lamiere
Dopo avere definito con i software le linee di taglio si procede con le varie tipologie di taglio lamiere: dal taglio al plasma al taglio ad acqua, dall’ossitaglio al taglio al laser, le proposte sono differenti.
Con l’ossitaglio, per esempio, si ricorre al cosiddetto cannello, un attrezzo da cui fuoriescono due fluissi di gas, con un combustibile che produce la fiamma dalla parte esterna mentre al centro esce l’ossigeno (proprio per questo si parla di ossitaglio). Tutti i ferri con il carbonio bruciano nel momento in cui tale sostanza entra a contatto con l’ossigeno: è questo il motivo per cui il flusso di ossigeno è abbinato al flusso di gas a combustione.
Pulizia dei particolari tagliati
Le tipologie di lavorazioni dei metalli, poi, includono la pulizia dei particolari tagliati tramite varie metodologie che esaminiamo sotto.
Sabbiatura
Tramite la sabbiatura, la superficie del metallo ha un colore scuro non omogeneo ed è priva di residui. Essa viene effettuata con un compressore, con un essiccatore e con una sabbiatrice: quest’ultima ha il compito di miscelare la sabbia con l’aria, dosando le proporzioni di entrambe a seconda delle applicazioni.
Burattatura
Tramite la burattatura, invece, è possibile brunire i metalli, ma anche opacizzarli, pulirli dalle sbavature derivate dal taglio, lucidarli, disincrostarli o pulirli a seconda delle circostanze.
Tale procedimento permette, tra l’altro, di brillantare o indurire la superficie dei materiali lavorati, così come di rimuovere la calamina che si è depositata.
Per eseguire la burattatura c’è bisogno di uno strumento specifico, il buratto, composto da una serie o da un singolo tamburo rotante metallico in cui è presente della ghiaia in granulometria variabile o altri pezzi di metallo, unita in alcuni casi con acqua o sostanze abrasive.
La durata della burattatura è variabile, e cambia in funzione del tipo di materiale con cui si ha a che fare e della qualità delle imperfezioni che devono essere trattate.
Lapidellatura
Tramite la lapidellatura (nota anche come lapidatura), infine, si procede all’asportazione del materiale in eccesso sulle superfici: si tratta di una lavorazione meccanica di finitura che si basa sull’abrasione effettuata da una macchina specifica, la lapidatrice, il cui compito è quello di dare vita a una finitura superficiale ottimale e e una superficie che risulti perfettamente planare, lucida e liscia al tempo stesso.
La lapidellatura è simile alla rettifica, che però ha lo scopo di ottenere la quota di lavorazione nominale (mentre la prima serve a ottenere la migliore planarità possibile).
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