Le lamiere si differenziano tra loro in base al tipo di taglio, alla colata, alle cosiddette “tolleranze dimensionali” e a una serie di altri fattori.
Inoltre, possono rispondere in modo diverso una volta sottoposte alla piegatura.
Fortunatamente esistono sistemi attraverso i quali compensare le deformazioni e misurare l’angolo ottenuto in tempo reale. Il risultato sarà un prodotto di qualità. Nelle seguenti righe verrà approfondito l’argomento lamiere fornendo spiegazioni sui concetti fondamentali della piegatura, nello specifico la forza di piegatura.
I fattori determinanti nella piegatura delle lamiere
Innanzitutto, occorre indicare come l’obiettivo del processo di piegatura sia donare alla lamiera sottoposta alla lavorazione una forma precisa o, in alternativa, rinforzare alcune sue porzioni. Tale processo deve tenere conto di alcuni elementi, i principali sono:
- Raggio di curvatura
- Quota di deformazione esterna
- Forza di piegatura
- Ritorno elastico
La forza di piegatura: cos’è e cosa determina
Quando si desidera ottenere elementi a sezione aperta, entra in gioco l’operazione di piegatura. Tale procedimento sottopone la lamiera a una sollecitazione di flessione il cui carico supera il limite elastico.
Operando in questo modo, la lamiera viene deformata permanentemente senza spezzarsi.
Lo stampo impiegato è formato da una matrice (la forma varia in base al tipo di piegatura) e da un punzone.
Ad azionare il punzone è una pressa piegatrice, che garantisce forza necessaria per portare a termine la lavorazione.
Conoscere il valore di tale forza è fondamentale per poter scegliere la pressa adatta ad ogni singola piegatura. Si eviterà così di superare il limite oltre il quale la lamiera, anziché deformarsi plasticamente, finirebbe per rompersi.
L’importanza del raggio di curvatura
Per poter misurare la deformazione della lamiera occorre prendere in considerazione il raggio di curvatura.
Il raggio di piegatura interno deve presentare una misura uguale, o superiore, allo spessore della lamiera. Se questo non si verifica, il rischio è che il materiale sottoposto a lavorazione subisca, soprattutto nelle fibre esterne, una deformazione eccessiva.
Per questo motivo, al raggio interno non è assegnato un valore fisso, cambiando a seconda del punto di deformazione. Se il valore minimo è raggiunto in corrispondenza della lama, lo stesso valore cresce avvicinandosi agli appoggi. Determinare tale valore vuol dire tenere conto dei seguenti fattori:
- Spessore della lamiera
- Distanza dagli appoggi
Cosa si intende per Fattore k
Nelle formule utilizzate nel campo della piegatura delle lamiere entrano in gioco due costanti: il fattore Y e il fattore K.
Attraverso questi ultimi è possibile calcolare la lunghezza di sviluppo della lamiera.
Si darà così luogo a piegature aventi un raggio e un angolo specifici.
In particolare, il fattore K rappresenta il rapporto tra:
- Distanza dalla linea di piegatura neutra all’interno del raggio
- Spessore della lamiera
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