Quando si ha la necessità di impostare una strategia per il taglio delle lamiere è prima di tutto opportuno scegliere la tecnologia di taglio più adatta in base a diversi fattori e, soprattutto, alle tipologie delle lamiere da trattare.
In questo post analizziamo le principali differenze tra ossitaglio e taglio al plasma, dapprima in modo generale e poi scendendo, per ognuna di queste metodiche, nei particolari.
Descrivendo a grandi linee il taglio al plasma possiamo senz’altro dire che è probabilmente il procedimento di taglio maggiormente utilizzato e conosciuto, poiché assicura buona versatilità e produttività, un risultato qualitativo soddisfacente e costi abbastanza contenuti. Questo processo impiega gas ionizzato portato ad alte temperature in modo da creare un arco, ad alta densità energetica, capace di incidere ogni tipologia di materiale conduttivo.
Nel caso dell’ossitaglio invece il processo chimico coinvolge l’ossigeno che, reagendo con l’acciaio, per via dell’elevata temperatura raggiunta, lo porta ad ammorbidirsi gradualmente, fino alla fusione.
Differenze tra ossitaglio e taglio al plasma
Taglio al plasma:
- Metalli conduttori;
- Qualità in generale buona o più che buona;
- Produttività da media ad alta;
- Velocità di taglio alta;
- Crea un taglio divergente (più largo in fondo e più stretto in superficie) che può causare qualche difficoltà nel taglio su sagoma;
- Costi operativi relativamente più bassi rispetto all’ossitaglio, ma attrezzature più care, quindi costo finale superiore.
Ossitaglio:
- Acciaio al carbonio;
- Qualità che varia in base alle capacità dell’operatore;
- Produttività mediamente bassa;
- Produce spigoli vivi nei pezzi di lamiere tagliate;
- Velocità mediamente bassa;
- Costi operativi più alti rispetto al plasma, ma attrezzature e manutenzione meno care.
Taglio al plasma
La base inerente la metodologia di taglio al plasma si compone di 3 elementi: un generatore (orientativamente tra i 240 e i 400 VCC), un circuito di avviamento (in genere 5000-10000 volt/2MHz) e una torcia al plasma.
Per ciò che riguarda il processo vero e proprio abbiamo la formazione di un flusso di plasma tramite l’incanalamento forzato di un gas, che può essere ossigeno, ma anche aria, azoto o argon, all’interno di un ugello molto stretto. L’azione del generatore porta la corrente elettrica ad aggiungere ulteriore energia a tale flusso di gas, promuovendone la ionizzazione e quindi la trasformazione in “arco plasma”. Le temperature che si raggiungono durante tale procedimento sono del calibro dei 40mila gradi Farhenheit e consentono al suddetto arco di fondere, e quindi tagliare, la lamiera con estrema facilità, eliminando i residui di metallo fuso.
Il taglio al plasma viene preferito quindi per il taglio di un vasto numero di materiali di tipo conduttivo, dall’acciaio inox al rame, passando per l’ottone, l’alluminio e l’acciaio dolce, solo per citarne alcuni.
Ossitaglio
Per ciò che riguarda l’ossitaglio possiamo dire innanzitutto che, come anticipato nell’elenco puntato, le attrezzature necessarie ad avviare il processo di taglio sono meno care rispetto al plasma, tuttavia la velocità del metodo è ridotta e soprattutto riguarda solamente il taglio di lamiere in acciaio al carbonio.
Questo sta a significare che non possono essere tagliati lamierati in alluminio o altre tipologie di metallo. Altro contro, inerente alla metodica descritta, è che ogni oggetto in procinto di essere tagliato deve venire pre-riscaldato e inoltre l’impiego di acetilene espone i tecnici a seri rischi riguardo la propria incolumità.
Rimane comunque una buona tecnologia soprattutto se si trattano spessori di lamiere importanti (superiori ai 51mm) e se si ha a disposizione un operatore estremamente capace ed esperto.
A fine processo i pezzi sottoposti a taglio hanno la necessità di un profondo processo di pulizia, con burattatura al fine di rimuovere la cosiddetta bava, poiché risultano estremamente ossidati.
L’impiego di più torce sulla medesima macchina può incrementare sia la velocità che la produttività di questa tecnica di taglio. Viene impiegato ad esempio per saldare scanalature, preparare bordi di lamierati o per tagliare lastre incrostate con maggiore facilità rispetto ad altre metodiche.
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