La calamina, o scaglia di lavorazione o ossido nero è uno degli effetti più evidenti nei processi di lavorazione dei metalli.
Per spiegare in maniera semplice e chiara che cos’è la calamina, bisogna partire però dallo spiegare di cosa si tratti dal punto di vista chimico, del perché si formi e di quali processi possano essere applicati per eliminarla dai lavorati e semilavorati siderurgici.
La calamina nei processi di taglio
Innanzitutto va detto che per calamina si intende quell’ossido che si forma mentre si lavorano a caldo prodotti siderurgici, come tubi o lastre. Nel corso di un processo di taglio di una lamiera, ad esempio, dalle interazioni tra acciaio rovente e aria scatenate da temperature di circa 1200°, viene a formarsi questa combinazione di ossido ferroso, magnetite e ematite proprio per proteggere il materiale stesso.
Da questo punto di vista, alla domanda: “cos’è la calamina?” verrebbe da rispondere che si tratta di una semplice protezione dell’oggetto stesso, che si sviluppa naturalmente ad alte temperature.
Tuttavia, ai fini dell’utilizzo di uno di questi lavorati, bisogna tener presente che la parte ricoperta di calamina risulta relativamente più debole perché più soggetta ad infiltrazioni di umidità e acqua: per questo esistono diverse macchine decalaminatrici, utilizzate per eliminarla e mantenere così l’oggetto il più saldo e duraturo possibile nel tempo.
Macchina decalaminatrice: il Buratto
Partiamo da un primo esempio, di tipo meccanico: il ‘buratto‘.
Questo macchinario è capace di rifinire la superficie e eliminare la calamina attraverso il processo di burattatura: in pratica si riempie un grosso cilindro, il buratto appunto, di un abrasivo e degli oggetti da ripulire. Viene poi attivato e parte così il movimento di rotazione o vibrazione, capace di eliminare via via i residui di calamina.
Uno dei vantaggi di questo processo è la sua economicità: possono essere infatti burattati più semilavorati siderurgici alla volta e non c’è praticamente bisogno di supervisione umana, dato che la macchina, una volta attivata, svolge da sola tutto il lavoro.
Il Decappaggio
Un processo differente per materiali e processi utilizzati è invece il decappaggio. In questo caso il processo è di tipo chimico e non meccanico, come avveniva invece nella burattatura, e consiste sostanzialmente nell’eliminare l’ossido nero (calamina) attraverso soluzioni di acido o alcali.
Gli acidi più usati in questo processo sono quello cloridrico e solforico. Ultimato il processo di decappaggio, la superficie risulterà essere più pulita ma anche più esposta, e per questo vengono poi effettuati in seguito processi di passivazione o cromatura volti a proteggere totalmente, e definitivamente, la superficie lavorata.
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